Cattolici o protestanti?



Nell’anno della Fede riteniamo sia doveroso correggere una diffusa “catechesi” che allontana i fedeli cattolici dalla vera Fede. Negli ultimi decenni, purtroppo, un’indicazione del Concilio Vaticano II, tesa a raccomandare ai fedeli una maggiore conoscenza della Sacra Scrittura, si è trasformata in una demoniaca catechesi che suggerisce ai fedeli di basare la loro fedeltà a Cristo sulla diretta conoscenza della Bibbia. Questo suggestivo concetto, cresciuto nell’humus del così detto “spirito del Concilio” e che solo il demonio poteva suggerire, introduce, in modo quasi subliminale, sotto l’aspetto di una cosa santa, il principio di sostituire, senza mai nominarlo, il Magistero di Santa Romana Chiesa con il “il primato della Parola” perché più diretta, più genuina, più pura. Questo veleno, che consiste nel riconoscere la Bibbia come l’unica autorità superiore a qualsiasi altra perché chi la legge può ascoltare direttamente Dio che parla, inocula nell’animo del fedele il sospetto, che le indicazioni dell’uno possano essere diverse da quelle che scaturiscono dall’altra. Molti fedeli, infatti, vorremmo quasi dire i migliori e i più assidui frequentatori delle Parrocchie, male informati dai loro parroci se non addirittura dai propri Vescovi, hanno, di fatto, abbandonato la Chiesa Cattolica e, affidandosi solo alla lettura della Bibbia, hanno creato una sorta di “religione del librodi cui Lutero non si sarebbe lamentato. L’ “ascolto della parola” (la p minuscola è intenzionale), in quest’ottica demoniaca, diventa giudice del Magistero e quindi se il fedele Lo ritiene difforme da quanto letto si sente autorizzato a… (sic!!!) rifiutarLo. La conseguenza pratica è che ognuno di questi “nuovi protestanti”, in profondo raccoglimento, “ascolta” quello che il libro” gli suggerisce e quindi si comporta non come è giusto ma come ritiene sia giusto e non fa quello che è gradito a Dio ma quello che pensa sia gradito a Dio. In definitiva, ognuno di questi “ nuovi protestanti” prega il proprio dio, ognuno lo chiama Gesù ma in realtà ognuno innalza le proprie preghiere al “dio sconosciuto”, al “dio che non esiste”. Per questi nuovi protestanti, che credono di essere cattolici , l’ ascolto della parola ha sostituito il Magistero e ha abolito quella che ancora oggi ( e sempre lo sarà) nella Chiesa Cattolica viene indicata propriamente come Chiesa Docente. Sul Sinai, è Dio che si mostra a Mosè . L’ uomo non può conoscere Dio, se Dio non si rivela!!! Tutta la storia della salvezza è la storia del rivelarsi del Dio vero e unico: Padre, Figlio e Spirito Santo. Nella pienezza dei tempi, Suo Figlio, il Suo Verbo eterno, seconda Persona della Santissima Trinità, si incarna nel ventre della purissima Vergine Maria e vero Dio e vero Uomo si rivela agli uomini e parla con loro: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto […] Chi ha visto me , ha visto il Padre”. La Rivelazione, la Parola di Dio è Gesù Cristo stesso che costituisce la fonte unica ed ultima della verità di fede e della norma morale perché Egli, a sua volta, trasmette ciò che ha ricevuto dal Padre. “Dio, con la stessa somma benignità, dispose che quanto egli aveva rivelato per la salvezza di tutte le genti, rimanesse sempre integro e venisse trasmesso a tutte le generazioni. Perciò Cristo Signore […] ordinò agli Apostoli che l’Evangelo […] venisse da loro predicato a tutti […] comunicando ad essi i doni divini […] Gli Apostoli poi, affinché l’Evangelo si conservasse sempre integro e vivo nella Chiesa, lasciarono come loro successori i vescovi, ad essi affidando il loro proprio posto di maestri. Questa sacra Tradizione e la Scrittura sacra dell’uno e dell’altro Testamento sono dunque come uno specchio nel quale la Chiesa pellegrina in terra contempla Dio , dal quale tutto riceve, finché giunga a vederLo, faccia a faccia, com’Egli è”. (Concilio Vaticano II - Costituzione dogmatica Dei Verbum, 7). Con la morte dell’ultimo Apostolo la Rivelazione è chiusa e conclusa per cui non è possibile aggiungere o togliere nulla al “depositum fidei” e quindi l’opera del Magistero della Chiesa, per istituzione divina, si esplica nel senso di trasmettere, spiegare, approfondire ed insegnare senza errore tutto l’insegnamento di Gesù. “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato (Mt 28, 19-20). Gesù dà questo comando agli Apostoli, e quindi ai successori degli Apostoli, i Vescovi: senza questa Successione apostolica non c’è l’autentico Evangelo, né l’autentica interpretazione dell’ Evangelo. È questa successione apostolica (e solo lei) che trasmette (traditio) con continuità, fedeltà e completezza, l’Evangelo, i Sacramenti , tutto l’ insegnamento di Gesù e tutto quanto Questi ha istituito e stabilito. Questa trasmissione continua, fedele e completa del “depositum fidei” viene altresì chiamata Tradizione apostolica (da non confondersi con altri tipi di “tradizioni” teologiche, disciplinari, liturgiche o devozionali che possono, nel tempo, sotto la guida del Magistero della Chiesa, essere conservate, modificate oppure abbandonate). All’interno della Tradizione apostolica viene ricevuto il dono della Sacra Scrittura (la scrittura è sempre successiva alla trasmissione orale) e senza la Tradizione apostolica la Bibbia è un libro come un altro: muto o morto. Per afferrare con maggiore prontezza e chiarezza questo fondamentale concetto che, fra l’altro è peculiare della Religione cattolica, riteniamo utile ricordare quanto Sant’ Agostino affermava:


“Non crederei ai Vangeli se non me lo dicesse la Chiesa”.


La trasmissione autentica dell’unica Parola di Dio avviene, come ci insegna il Concilio Vaticano II nella Costituzione dogmatica Dei Verbum, nell’unità della Tradizione, della Bibbia e del Magistero e queste tre realtà sono talmente connesse tra loro che nessuna di loro può sussistere senza le altre due. La Dottrina della Chiesa è superiore alla Bibbia perché la Chiesa è Gesù che insegna e governa nel tempo e non leggere la Bibbia alla luce della Dottrina della Chiesa significa sfociare con certezza nell’errore. Il Cattolico crede la Chiesa Cattolica suo “unico strumento di salvezza e crede che solo la fedeltà alla Chiesa Cattolica, Corpo Mistico di nostro Signore Gesù Cristo, l’osservanza dei Suoi “precetti”, e la fedeltà al Papa (il dolce Cristo in Terra, come lo chiamava Santa Caterina), principio e segno visibile della Sua unità, Suo Capo visibile, successore di San Pietro, Vicario di Gesù Cristo, sia l’unico modo di seguire il Cristo, di essere fedeli all’Evangelo e quindi di fare la volontà del Padre che il Figlio, con il concorso dello Spirito Santo, ci ha svelato. Il Protestante, invece, pone tutta la sua attenzione direttamente su Gesù Cristo (solus Christus) e ritiene che, leggendo la Bibbia, possa, senza la mediazione della Chiesa, ascoltare direttamente la voce di dio che parla (Sola Scriptura). Il Protestante vuole essere fedele a Cristo e al Vangelo mentre il Cattolico crede che per esserlo sia indispensabile, prima di tutto, essere fedele a Santa Romana Chiesa e tiene sempre presente che: chi, per colpa propria, non crederà alla fede insegnata dalla Chiesa, andrà all'Inferno.